22.ma MARCIA VINI TORREVILLA

Avete rispolverato i completi invernali che vi eravate dimenticati in quel cassetto del mobile nascosto giù in garage?
Portato con voi guanti, cuffia e tutto ciò che può dare conforto al povero corridore infreddolito?
Bravi! Bene!
Si, proprio perché oggi, nella gara disputatasi a Torrazza Coste, “22.ma MARCIA VINI TORREVILLA”, la temperatura rendeva di buon ora già pimpanti ( …più o meno…) gli atleti, che sfidando il prematuro freddo, degno di uno pseudo inverno già alle porte, si sono cimentati lungo il percorso.
Come sempre anche gli atleti  AVIS PAVIA, dopo le quattro battute di rito ed il ritiro del cartellino gara, hanno intrapreso la “scalata” alla vetta su distanze di 7-11-15 km. Da parte mia ho scelto il percorso di mezzo, come “defaticante” dopo la mezza di Pavia e soprattutto dopo una settimana di influenza che non mi ha permesso alcun allenamento serale, e che inconsciamente ha fatto sì che mi dimenticassi il cardiofrequenzimetro a casa, forse per staccare un po’ dalla faticaccia della domenica precedente!
Partito con l’amico Eugenio e mantenendo un passo tranquillo, abbiamo cominciato il percorso proprio dalle rinomate cantine Torrevilla, proseguendo il percorso in stradine circondate da vigneti e riprendendo poi a tratti strade asfaltate in un susseguirsi di panorami davvero gradevoli, offuscati solo da una leggera nebbiolina che non permetteva di vedere Pavia in lontananza.
La gara, in una “dolce” perenne salita,  faceva sperare in me ed Eugenio una quanto mai improbabile discesa dietro ogni curva, discesa che puntualmente non arrivava mai, se non ripida a circa due km dall’arrivo (km stimati, perché di cartelli chilometrici ne ho visti pochi), dandoci lo spunto per aumentare un po’ il passo verso lo sprint finale.
La gara, che psicologicamente avevo catalogato durante la settimana come “defaticante”, proprio tranquilla non lo e’ stata, perché la salita se pur dolce e la discesa un po’ più accentuata hanno agito su quei muscoli che nei percorsi piani non usiamo o usiamo meno, dandomi comunque un tipo di allenamento che solitamente tendo a ignorare.
All’arrivo (grazie anche ai due ristori forniti di thè caldo) il freddo era sparito, due chiacchiere con Eugenio e poi via, a casa pensando già a domenica prossima.

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