Dopo un’inizio settimana con la neve (7^ nevicata stagionale) ed un Giovedì (14mm di pioggia), Venerdì (26mm) e Sabato copiosamente piovosi per la stagione (febbraio è un mese solitamente asciutto per la zona pavese), questa domenica, per la Marcia FIASP Duran e Dinturan, il tempo non solo è stato ottimo con una temperatura mite (+5°C all’inizio dell’evento) ma pure soleggiato.
Contrariamente alle previsioni (altri eventi arricchivano oggi il panorama podistico di interesse dei nostri atleti, in evidenza la RacchettInValle a Pragelato e la Maratonina delle Due Perle a Santa Margherita Ligure), ben 27 atleti dell’AVIS Pavia si sono ritrovati a Dorno, sfidando le disastrate strade dell’hinterland pavese.
Il comitato organizzatore proponeva tre percorsi da 7, 15 e 20 chilometri.
Ancora una volta quindi, percorsi per tutti i gusti e per tutte le necessità di allenamento.
Con partenza da Piazza Bonacossa in Dorno, in posizione centrale nel paese assediato dalle macchine dei corridori già dalle 7.30, le marcia si portava inzialmente verso nord e praticamente subito in sterrato.
Al secondo chilometro il percorso breve già si separava dagli altri percorsi che invece hanno mantenuto dei tracciati simili, con la 20 chilometri che in tre occasioni si e’ separata e riunita alla 15 chilometri.
Il fondo, neanche a dirlo, era quasi totalmente sterrato ed anche discretamente fangoso ma molto divertente soprattutto nella parte finale, dove l’attraversamento di un boschetto di rubinie, caratterizzato da una traccia contorta e piena di saliscendi.
Passaggio molto spettacolare sopra il Terdoppio, in un doppio ponte in corrispondenza di un salto delle acque: le piogge hanno ingrossato molto il fiume che faceva vedere la sua presenza con acque molto fangose e bianche di spuma.
Nota positiva sul fronte dei ristori, ricchi e numerosi (fin troppo): per la 15 chilometri (il cui percorso è riportato nella cartina a fondo articolo) tre ottimi ristori al sesto, nono e dodicesimo chilometro.
Giusta conclusione dell’evento, nuovamente a Dorno dove l’ultimo ristoro era presidiato da un gruppo di Alpini (senza vino che poi tutti dobbiamo rientrare in macchina) con distribuzione dei pacchi gastronomici e premiazione dei gruppi più numerosi.
